Anelli gemini cuspidati, 1890

  • Inv. 1890 
  • Inv. Mauro Faina: 999
  • Lungh. cm 4,7; largh. cm 6,5
  • Bronzo fuso. Patina verde bruno, con macchie di ossidazione

Anelli di forma ovoidale con apofisi sul bordo superiore costituita da una coppia di protomi taurine. Cuspidi di forma piramidale allungata, poste a formare un triangolo sul ponte, due alla base e una alla sommità. La cuspide singola, di forma più massiccia, è decorata alla base da una protome taurina a rilievo, rivolta in senso opposto alla cuspide stessa.

Sulla determinazione della sfera funzionale di questi particolari strumenti, che in passato hanno attirato di frequente la curiosità di collezionisti ed antiquari, è tornato M. Sannibale esaminando quelli nel Museo Nazionale Romano, già parte della collezione di E. Gorga  (M. Sannibale, Le armi della collezione Gorga al Museo Nazionale Romano, Roma 1998). Lo studioso accoglie un’ipotesi espressa alla fine dell’Ottocento dal paletnologo P. Strobel che interpretava gli anelli gemini come seghette o completamenti di barbozzali, impiegati, appositamente inseriti all’interno di catene, per esercitare una stimolazione dolorosa ai cavalli in alternativa del morso. Sannibale divide gli esemplari della collezione Gorga in alcune varianti morfologiche, la cui cronologia precisa è difficilmente definibile con certezza per la scarsezza di materiali provenienti da contesti archeologicamente databili; sicuramente l’attestazione della classe è frequente nel IV-III secolo a.C.

In particolare, lo strumento  descritto della collezione Faina può essere avvicinato al tipo A2 della classificazione operata da Sannibale (p. 231).

 

 

1890 Anelli gemini cuspidati